Sabato la sveglia e` alle 5.
La macchina mi attende gia` carica con l’attrezzatura ed il viaggio di un’ora e mezza passa fantasticando i possibili senari che mi attendono.
Un’alba meravigliosa mi sorprende mentre attraverso le isolate paludi texane. Sto` dirigendomi verso Sergent al confine fra Freeport e Matagorda Island.
Li` mi attende Toby, il nuovo proprietario della barca di Guy.
Dopo le mie mille preghiere mi ha invitato a venire con lui, ci sono altri tre che pescheranno con la canna.
Il mio amico Guy non c’e`, si e` ormai trasferito in Tennessee, appena salgo sulla sua ex barca, compagna di tante avventure, mi stringe una fortissima nostalgia.
Si prende il largo e ci dirigiamo sulla prima piattaforma a circa 35 miglia al largo.
Il mare e` calmissimo, mai visto il golfo cosi` calmo.
Durante il viaggio i cannisti sfottono un po`, a dir la verita` il mio aspetto da vero Lucano (nero, corto e chiatto) non si addice all’avventuriero impavido che sfida il mare!
Taccio, sorrido ed adotto un low profile, solo Toby li avverte di aspettare per credere.
Mi immergo, il mare e` 32 gradi in superficie, un brodo.
Il pesce e` fondo, senza un compagno in superficie devo stare molto attento.
Il primo snapper e` un mangrove STIMATO di circa 7 kg; i ragazzi in barca quando lo vedono sbiancano.
Ne porto su un’altro di 4 ed un bellissimo florida pompano di 7.
Evito di sparare alle ricciole fonde che pascolano a 28-30 metri, non ho allenamento e sono solo.
Cambiamo posizione e ci avviciniamo ad una barca da pesca dei gamberi, mi butto in acqua, il fondo e` di una cinquantina di metri, non vedo nulla; dopo un po` vedo un squalo di circa tre metri che arriva a distanza di tiro.
Dalla barca mi chiedono che pesce mi sta girando intorno, gli rispondo con un gioioso ”it’s a nice shark”.
Cambiamo posizione ancora e ci avviciniamo ad un relitto. In acqua non riesco a trovarlo, la corrente mi sposta in continuazione e la struttura e` sotto il taglio di acqua torbida e non si vede dalla superficie.
Numerosi delfini accorrono per fregarsi i pesci che i ragazzi pescano dalla barca. E` un emozione enorme vedere queste bellissime creature sott’acqua allo stato libero, piroettare a mezzo metro di distanza dalla mia mano. C’e` anche una femmina con il cucciolo che se ne sta` tenacemente attaccato alla mamma come fa` il mio Roberto con la sua.
E mentre sono perso nell’ammirarli mi tirano di peso in barca perche` c’e` una pinna sospetta che mi gira intorno.
Finalmente torniamo in piattaforma dove prendo subito un cobia, altri 5 snapper da un grosso branco che fa palla esternamente la piattaforma e un rainbow runner.
L’ultima immersione prendo il secondo cobia fra l’eccitazione di tutto l’equipaggio che ormai mi considera un’eroe
Ci spostiamo di nuovo, dove stavamo e` arrivato un vecchissimo barcone con sei cinesi vestiti con abiti bianchi e cappello a cono che pescano con robuste canne di bambu` in una mano ed una spola di filo nell’altra. Sembra di stare in un altro mondo ed in un’altra era!
L’ultima piattaforma che visitiamo e` a soli 20metri d’acqua. I pesci sono eccitatissimi e nuotano schizzando a destra e a sinistra, sono molto stanco e prendo solo un altro snapper, poi una bella tartaruga, dimensioni lavatrice, mi si avvicina tanto che la devo tenere lontana con la punta del fucile. Il grosso becco fa una certa impressione e, visto che insiste con decisione a nuotarmi contro, alla fine, per disperazione, le do una decisa botta in testa col fucile in maniera che capisce che non ho voglia di incontri ravvicinati del terzo tipo e se ne va.
La giornata finisce la sera alle 7.30, regalo il secondo cobia e 5 snappers a Toby e ai compagni di avventura. Mi sento totalmente appagato, sfiletto il pesce che mi rimane e ritorno a casa sfinito alle 10.
Marco Figundio
Houston
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