Come promesso vi racconto delle mie sincopi,non racconto di quando da salvato sono diventato salvatore...ma sicuramente l'esperienza ed il feeling con il compagno sono importantissimi per entrambi...si puo morire a -30 come a -10 nessun caso fa eccezione..meditate..meditate
Sincope,io c'ero
Premessa: La mia testimonianza è atta al solo fine di comunicare di come sia pericoloso l'esternarsi
dall'elemento che ci accoglie, se noi ne abbiamo rispetto e non lo sfidiamo ,come facciamo con i nostri”limiti”,ne saremo accolti,altrimenti...
La mia personale esperienza di sincope,non si limita ad un solo caso,poiché ne ho avute 2 nella stessa stagione,, al di là del fatto che non le abbia mai cercate,mi sono servite ad evitare spiacevoli ed estreme situazioni non controllate dall'esperienza che fa il corso della vita e non la interrompe per un forzato avanzamento del proprio destino . A tal proposito mi permetterò di inserire in questo racconto un messaggio del tutto personale.
“Eiji Yoshikawa (1892 - 1962), celebre autore di romanzi storici, affermò che «un grande
carattere è forgiato dalle difficoltà.» Sopravvivere a una vita di sofferenze, di tempestosi alti
e bassi, forma individui di grande personalità.
La vera felicità si trova in questo stato vitale indistruttibile.”
Questa mia esperienza di sincope ,mi ha fatto scoprire quali siano i miei limiti ed i miei errori.
Senza una ricerca interiore,non si comprendono gli errori del nostro stato vitale,l'arroganza verso gli elementi,portano ad un solo risultato,l'inesorabile scontro con essi e la nostra sconfitta.
Scoperta la mia attitudine alla profondità,la mia prima conoscenza fu arricchita dalla visione dei vari dvd di pesca presenti sul mercato,nei quali per la maggiore apprendevo che la respirazione con espirazione esplosiva era la più usata dai più che commercializzavano video.
Comincia a pensare che per avere i risultati visti,dovessi usare tale ventilazione(di fatto una iperventilazione del nuovo e vecchio millennio),le sambe erano di gran lunga presenti e la sincope non si fece attendere a lungo,visto ciò che facevo al mio organismo.
Eviterò di fare nomi,nel rispetto della mia verità e delle persone che mi hanno salvato la vita.
La prima sincope:
Mi trovavo in Sardegna,con un vecchio amico,quello che poi mi disse quanto fosse sbagliato il mio modo di ventilarmi,eravamo in una secca bellissima,sita in S.Teresa di Gallura pescavamo da un po' ed io,al tempo,ero talmente preso dall'elemento e dalla mia prestanza fisica verso la profondità,che non mi rendevo conto del mio atteggiamento arrogante verso la mia vita ed il mare,faccio un ulteriore tuffo su questa secca spettacolare ad una profondità di -30 mt ,in prossimità del fondo,vedo un orata sui 4 kg,che scarta dal fondo,mi predispongo alla eventuale cattura dal lato della fuga,ma dell'orata nessuna traccia,intanto mi si avvicina un bel pizzuto,da dietro ed io,non curante,ne della profondità,ne del tempo d'attesa sul fondo,faccio roteare il mio 100 di 180° e sparo al pizzuto,portandolo su di peso e di piatto....
Il ricordo in superficie fu quello del mio compagno che mi sollevò la maschera,ed al mio:grazie ,ma ti sei impressionato?? sei sicuro che ne avevo bisogno?? Mi rispose di venire con lui sul gommone.
Lì il racconto dell'accaduto;ero salito in superficie,ma appena sopra il pelo dell'acqua ero svenuto ed inesorabilmente,avendo i polmoni vuoti,per effetto dell'espulsione involontaria dell'anidrite carbonica(le contrazioni diaframmatiche ne sono un avvisaglia..)scendevo verso il fondo.L'amico del tempo mi raccontò dell'accaduto e di quanto dovessi stare attento nel futuro con la mia ventilazione che inibivano notevolmente le mie contrazioni diaframmatiche.
La Seconda sincope:
A distanza di appena un mese(pressapoco) ebbi la mia seconda sincope.
Ero in Corsica in compagnia di un espertissimo ed attentissimo profondista,che mai lascia al caso nulla,nelle sua battute di pesca.
Terzo ed ultimo giorno di estenuante battute di pesca,svoltesi esclusivamente su secche profonde ,battute che iniziavano alla profondità di -20 e continuavano,con sveglia alle 4:30,fino al primo pomeriggio(alle 15.00)sulle batimetriche dei -27 -30.
Avevamo passato tutti i migliori hot spot,senza trovare ciò che osannatamente cercavamo,i DENTICI!! facemmo le ultime 2 secche ,una guglia che risaliva dai -50 ai -27,il mio compagno dall'ora,mi concesse il primo tuffo,ero perfettamente assuefatto alla profondità,feci il tuffo a -28 e non avvertì nessuna avvisaglia che mi facesse pensare alla presenza dei dentici,ma c'erano molti saraghi ed un”gregge”di corvine....10 mt. più giù:-0 Avviso il mio compagno della situazione e da lì a poco ci ritroviamo a sparare corvine a -40 mt,solo che personalmente non riesco a gestire l'atto di compensazione,vista la profondità e la velocità di discesa,allora ci accordiamo di”incontrarci “ a metà strada dalla superficie ed il fondo...dopo un bel tran tran e 8 corpulenti corvine,ci spostammo su di un ultima secca con un bel masso,zeppo di corvine(appunto..)a -36 mt.
Il mio compagno fa il primo tuffo,ma a circa -15 mt lo vedo che si mette in orizzontale con il fucile in brandeggio,risale e mi dice che aveva visto un tonno di circa 100,00kg...:-0
Tocca a me,mi ventilo(con ventilazione esplosiva...)ed appena dopo pochi metri dalla capovolta sento una sensazione di onnipotenza,che,con il senno del poi, mi sarebbe risultato un vera avvisaglia di pericolo. A metà strada,mi metto in posizione orizzontale,per vedere se tante volte il tonno sia tornato indietro,QUI IL MIO PRIMO ERRORE:Il tonno non c'è, ed io riprendo il mio tuffo nel blu.,Indirizzato dal mio compagno, sul fondale e da che punto avrei trovato le corvine(un sasso appoggiato su di un fondale di sabbia che formava un C ai piedi della secca...a -36mt),vedo la “C”e con essa le corvine,una di queste si stacca dal fondo e va verso l'imboccatura della tana,la seguo,ed un attimo prima che si ritrae,le lancio un tiro preciso che la trafigge alla testa.
SECONDO ERRORE:Mi metto a ragionare a -36 per come liberare il mulinello di un fucile non mio. Risalgo lentamente,con gli occhi chiusi e le gambe”legnose”e man mano che risalgo sento sempre più la fatica nel farlo,ad ogni pinneggiata,ogni metro mi sembrava essere chilometri.mi “aggrappo” al fucile che stringo con forza,ma che avrei dovuto mollare visto anche l'attrito che facevano gli elastici piegati dalla presenza della testata. Finalmente arrivo in superficie e cosa faccio?
IL TERZO ERRORE: anziché respirare con ritmo necessario al recupero mi metto a parlare,per giustificare il mio braccio sinistro che si muove senza controllo...da lì ad un attimo dopo svengo,e mi ritrovo senza la maschera ed un po stordito.
La lezione che ho imparato è stata sicuramente che avrei dovuto cambiare modo di ventilarmi da lì a poco,di fatto,da quando effettuo la ventilazione con ritmi lenti di aspirazione ed espirazione(5 secondi ad atto..)non ho più avuto accenni di Sambe e la sincope è un ricordo lontano,ma sempre impresso nella mia mente... di cambiare tipologia di pesca e di non stressare il mio organismo con levatacce e ricerca estenuante del pesce”ad ogni costo”poiché il prezzo potrebbe essere incongruo per l'alto valore che ha la vita.
L'armonia che vogliamo con il liquido,la stessa”fluidità”si innesca cominciando dalla ventilazione lenta e la ricerca della tranquillità nella stessa( la Pranayama)altro non è che il controllo dell'energia attraverso la respirazione.
Sono pronto ad esaudire ogni dubbio ed ogni domanda,qualora ci fossero.
Saluti
Antonio Coppola