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Guida completa agli ELASTICI per ARBALETE, Info, consigli, suggerimenti, fai da te...

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contesax
view post Posted on 9/7/2007, 16:11




Versione scaricabile della guida in formato PDF: SCARICA GUIDA IN FORMATO PDF



Salve a tutti,
ho scritto questa guida affinché tutti gli utenti del forum possano fruire di un riferimento alla scelta, l’acquisto e alla realizzazione degli elastici per fucili arbalete.
Spero che quanto di seguito riportato incontri l’interesse generale, stimolando una discussione costruttiva con il solo fine di aumentare i contenuti tecnici del nostro forum.

L’articolo si divide in tre parti: la prima è informativa, la seconda è pratica e la terza è un'appendice dove trovate osservazioni personali che spero saranno spunto di dialogo.

Premesse
- la guida è rivolta a tutti; non me ne vogliano i più esperti se sarò prolisso e puntiglioso nella spiegazione, ma credo che sia doveroso nei confronti dei neofiti (o di chi si è avvicinato da poco al mondo dei fucili arbalete) spiegare tutto in maniera rigorosa
- quanto segue è frutto della mia esperienza diretta e di quella di tanti compagni di pesca, nonché di altri pescasub coi quali spesso mi sono trovato a discutere di questo argomento sempre molto interessante per gli utilizzatori dell’arbalete
- il sottoscritto e tutto lo staff del forum si scaricano di qualunque responsabilità su eventuali danni a persone o cose causati da un cattivo o improprio utilizzo di questa guida



1ª Parte



Gli elastici: come sono fatti, cosa propone il mercato e come orientarsi nella scelta prima dell’acquisto



Cominciamo col dire che esistono tre tipi di confezionamento degli elastici:
1) elastici a coppia
2) elastici circolari
3) elastici “al metro”

(1) Elastici a coppia
Per anni hanno rappresentato il punto di riferimento per costruttori ed utilizzatori. Si tratta di due elastici di pari lunghezza, che agli estremi sono “imboccolati” in apposte ghiere filettate, per poter essere avvitati in testata, da un lato, e sulle ogive dall’altro; tali ghiere possono essere in metallo (acciaio, alluminio, lega) oppure in tecnopolimero; le prime sono molto solide ma presentano l’incoveniente di inchiodarsi in testata o nelle ogive, specie se queste sono anch’esse metalliche, caso in cui avrebbe luogo il fenomeno di corrosione del metallo meno nobile dovuto alle correnti galvaniche.
Si avvitano facilmente e per bloccarle (sia dal lato testata che da quello delle ogive) non è necessario stringerle chissà quanto: una volta serrate con la forza delle dita, è sufficiente ¼, al più ½, di giro utilizzando una pinza; se si insiste a stringere ancora, con le pinze, si rischia di rovinare il filetto della boccola dell’elastico (esterno) o quello della testata (interno): mi è capitato personalmente di veder “esplodere” la boccola di un elastico (lato testata) poco dopo aver caricato il fucile, proprio perché eccessivamente serrata tramite chiave inglese.
Un’altra cosa cui bisogna fare estrema attenzione quando si acquistano elastici di marca diversa rispetto a quella del fucile su cui li si andranno a montare è la compatibilità tra le filettature, maschio delle boccole degli elastici e femmina della testata: chiedete informazioni precise a riguardo direttamente al negoziante, il quale potrà aiutarvi nella scelta evitando spiacevoli inconvenienti al pescasub (e qualche seccatura a se stesso, dal momento che si vedrebbe costretto a sostituire le gomme “rotte” con una coppia di gomme nuove).
Un paio di consigli:
- quando comprate questo tipo di elastici, verificate assieme al negoziante che la lunghezza dei due elastici sia esattamente la stessa; capita infatti che per errori di confezionamento vengano accoppiati due elastici di diversa lunghezza (basta anche solo 1 cm per sbilanciare il carico)
- la lunghezza commerciale con la quale viene identificata la coppia, è quella misurata tra le due filettature e non tra le due terminazioni; se guardate la boccola, questa è composta da una parte filettata e da una ghiera, che serve da presa per poter serrare gli elastici in testata o alle ogive: il punto in cui finisce la filettatura e comincia la ghiera rappresenta l'inizio/fine della misura reale dell'elastico


(2) Elastici circolari
Negli ultimi 4/5 anni abbiamo assistito ad un crescente utilizzo del cosiddetto elastico circolare: si tratta di un elastico che presenta alle due terminazioni altrettante boccole filettate, identiche a quelle usate per la realizzazione degli elastici a coppia.
Fino a poco tempo fa venivano usati solo per aumentare la potenza del fucile, montandoli in aggiunta agli elastici a coppia; il montaggio è molto rapido: si infila l’elastico attraverso l’opportuno foro in testata e lo si “chiude” avvitandoci l’ogiva.
Negli ultimi anni il mercato dei fucili si è sempre più rivolto a soluzioni che prevedevano la “testata aperta” (che non è argomento di questa guida) il che implica l’utilizzo dell’elastico circolare.

(3) Elastici “al metro”
Si tratta di elastici venduti come “prodotto sfuso”: è possibile acquistare uno spezzone di elastico di lunghezza adatta alle proprie necessità, confezionandolo poi per conto proprio; nella seconda parte della guida, mostrerò come si costruisce (passo passo) un elastico circolare, a partire da considerazioni sul calcolo della lunghezza.
Chiaramente anche per questi elastici esistono diverse qualità di mescola, diametri ecc ecc.


Colori e diametri: che confusione!
Al giorno d’oggi, quando si entra in un negozio ben fornito o si sfoglia il catalogo su internet di uno Web Shop, ci si trova davanti a diversi tipi di elastico, caratterizzati fondamentalmente da due fattori che subito saltano agli occhi: il colore e il diametro (dando per assodato che si abbiano già le idee chiare sulla lunghezza).
Colore: si tratta di una conseguenza dell’immissione, nella mescola di lattice di cui è fatto l’elastico, di particolari additivi chimici che inevitabilmente vanno a modificare qualità e comportamento finale dell’elastico.
Nel caso di elastico “puro” o “non additivato”, il colore tipico è ambra: si parla in questo caso di elastico 100% latex; spesso l’additivo consiste in un semplice pigmento liquido, nero, che avrebbe lo scopo di rendere l’elastico meno sensibile ai Raggi UV che deteriorano le prestazioni, riducendo la caratteristica reattività degli elastomeri.
In altri casi, gli additivi sono prodotti chimici che hanno il fine di modificare la “risposta” dell’elastico secondo specifiche esigenze: è il caso, ad esempio, degli elastici particolarmente reattivi che comportano un rilascio abbastanza secco dell’energia fornendo il classico “tiro bruciante”; questo tipo di elastico è ricercato da chi pesca all’agguato e/o all’aspetto in acqua bassa e/o con acqua torbida, dove ci si trova quasi sempre ad eseguire tiri corti e al volo; al contrario, chi pratica l’aspetto puro, specie se fondo, predilige elastici che rilasciano l’energia in maniera più progressiva per un tiro lungo ed efficace anche alla fine della gittata utile.
Diametro: fino a una decina d’anni fa, in commercio esistevano solo due diametri (16 e 20); poi il mercato ha cominciato a proporre elastici di diametro intermedio (17/17.5/19) e in qualche caso anche inferiore (tipicamente 14 e 15) rapidamente abbandonati. Ultimamente è presente anche quello da 21, proposto dalla Picasso per quanto riguarda gli elastici a coppia (si tratta del modello Super Mega), ma lo si trova anche nella versione “a metraggio”.
Va da se che, a parità di qualità della mescola e di diametro interno (ovvero quello dell’anima vuota dell’elastico), un elastico di diametro superiore garantisce un carico maggiore in virtù dell’aumentata quantità di gomma. Tuttavia, se si riporta graficamente la corrispondenza tra quantità di gomma e carico che la stessa esercita, si ottiene una curva: il motivo risiede nella non-linearità della risposta degli elastomeri!


2ª Parte



Come costruire un circolare con elastico "al metro"




(1) Taglio: qual'è la misura giusta per il nostro elastico?

La maggior parte dei produttori di elastici di questo tipo forniscono dati secondo cui, in soldoni, il campo di utilizzo ideale prevede un allungamento che va dal 300% al 350%.
In pratica, se l'elastico lavora con fattori di allungamento compresi in questo range si ha che la risposta dell'elastico è tendenzialmente lineare: F=KxL con F che rappresenta la forza impiegata, L l'allungamento prodotto e K una costante (da cui, appunto, la linearità prima citata).
Va da sè che l'energia spesa per caricare l'elastico non viene tutta restituita in fase di sparo, dal momento che quando gli elastomeri (le particelle di cui l'elastico è composto) vengono sottoposti a tensione, disperdono parte dell'energia fornita sotto forma di calore.

Detto questo, possiamo quindi dedurre la famosa formuletta che determina quanto deve essere lungo il nostro elastico: L=Dx2 : FA, dove:
L è la lunghezza del circolare
D è la distanza tra il foro in testata e la tacca più vicina al codolo
FA è il fattore di allungamento che, secondo quanto detto sopra, deve avere un valore compreso tra 3 e 3,5

La scelta di FA influisce direttamente sulle prestazioni del nostro fucile: un valore errato comporta un funzionamento non ottimale del fucile... tiro troppo lento o troppo bruciante!
Il consiglio è quello di partire con un fattore non troppo alto: se il tiro dovesse risultare lento, sarà sufficente accorciare l'elastico di qualche cm!
I principali fattori da tenere in considerazione per la scelta di FA sono:
- il diametro dell'elastico
- la qualità della mescola
- la lunghezza dell'ogiva
Riguardo il primo fattore, risulta abbastanza chiaro che diametro maggiore significa una maggiore quantità di energia immagazzinata dall'elastico; di conseguenza per un elastico da 16 useremo un FA maggiore che nel caso di elastici da 20, a parità di qualità della mescola.
Riguardo quest'ultima, c'è da segnalare per le gomme "additivate" al fine di renderle più rigide sarà bene usare un FA non molto alto: diversamente avremo un tiro troppo bruciante, per non parlare del grande sforzo necessario per caricare l'arbalete.
Infine l'ogiva: a parità di elastico, una ogiva "corta" comporta una maggiore tensione dello stesso; chiaramente non è un fattore determinante, ma per un calcolo preciso occorre tenerne conto!

(2) Conicizzare le estremità dell'elastico

Al fine di facilitare l'inserimento dell'ogiva all'interno dell'elastico, se ne conicizzano le due estremità; questa operazione può essere eseguita con una moletta da banco, con un platorello (disco con carta vetro da montare sul trapano) o, al limite, con delle forbici ben affilate.
Personalmente uso la prima soluzione perchè la ritengo più comoda; la moletta da banco ha un regime di giri basso quindi particolarmente indicato per questo utilizzo; dal momento che torna utile anche per altri lavoretti di fai da te e visto il prezzo (quelle cinesi, più che sufficenti per questo lavoro, le si compra con 10/15€) credo sia la soluzione ideale.
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Per facilitare e ottimizzare tale operazione, conviene infilare nell'elastico un chiodo da 40 o 50 mm; si appoggia quindi la terminazione dell'elastico alla superficie del disco in rotazione, con una angolazione di circa 45°, facendo ruotare l'elastico intorno al suo asse con velocità costante: in questo modo si otterrà un consumo omogeneo e l'elastico prenderà la forma di una matita.
L'operazione va chiaramente ripetuta per l'altra terminazione.

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Suggerimento: se usate la moletta banco, mettetevi alle spalle di questa (come nella foto sopra) così non vi sporcherete dei pezzettini di gomma che il disco spara in avanti


(3) Preparazione delle asolette

Per costruire le asolette occorre utilizzare del Dyneema (o altra treccia molto resistente) da almeno 2 mm di spessore: in questo modo si eviteranno incresciosi “sboccolamenti”.
Si predispone uno spezzoncino di circa 16/18 cm (questa misura è stata modificata in quanto prima era scritto 10 cm che sono pochi), eseguendo un semplice nodo, in modo che l'asoletta risulti lunga circa 4 cm; ciò che trattiene in sede l'asoletta è proprio il nodo: il suo volume deve quindi essere sufficente a non farla scivolare fuori dall'elastico, ecco perchè raccomando uno spessore minimo di 2 mm!

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In foto si vede una perlina salvanodo, che però non è strettamente necessaria (io non la uso).

Per aumentare il volume del nodo, anzichè quello semplice si può fare il cosiddetto Nodo Diamante:
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Nel caso del nodo diamante, lo spezzoncino di Dyneema dovrà essere lungo almeno 20 cm (altrimenti risulterà troppo scomodo riuscire a stringerlo per bene).

Ecco qui la differenza tra un nodo semplice e un nodo diamante, realizzati entrambi in Dyneema da 2,5 mm (a sx il diamante, a dx il semplce):

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Tagliate le eccedenze di filo, se ne bruciano le estremità con un accendino, picchettando il nodo ancora caldo contro una superficie piatta, per “saldare” tra loro le estremità sciolte dal calore della fiamma.

Si prepara un cucchiaino con un pò di sapone liquido, necessario per lubrificare la testa del nodo e facilitarne l'inserimento nelle estremità dell'elastico:

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Si infilano poi le due asolette all'interno delle altrettante terminazioni dell'elastico servendosi di una pinza a becchi.

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(4) Legatura

Per bloccare in sede le due asolette si utilizza il cosiddetto Constrinctor Knot, un nodo in grado di serrare l'elastico in maniera incredibile.
Come filo si usa del Dyneema (o altra treccia molto resistente) di diametro pari a 1,5 mm; per evitare di lacerare l'elastico, è necessario strofinare il filo su una candela: la cera fungerà da frizione nello strozzamento dell'elastico.

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L'immagine seguente mostra le fasi per realizzare il nodo:

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E' fondamentale serrare per bene il nodo, tirando le due estremità del filo; se eseguite l'operazione in due, consiglio di usare due pinze per afferrare saldamente le estremità del filo, mettersi “piede contro piede” e tirare verso di se finchè il nodo non raggiunge il “fine corsa”, ovvero una situazione in cui anche se si tira oltre, il nodo non strozza più; se siete da soli, conviene aiutarsi con una morsa oppure con il manico di un martello: si arrotola una estremità attorno al manico e si afferra l'altra con una pinza; mettete il manico sotto i piedi e tirate, come se stesse utilizzando una pompa per gonfiare le ruote della bici: è un ottimo metodo, che consente di applicare la forza necessaria a serrare per bene il nodo.

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Si tagliano le eccedenze e si bruciano le estremità del filo, per evitare che, sfilacciandosi, possano portare allo scioglimento del nodo.


(5) Archetto dell'ogiva

Per la realizzazione dell'archetto è necessario usare Dyneema di ottima qualità, il migliore che si riesce a reperire in commercio, di diametro non inferiore a 2 mm (personalmente mi trovo molto bene con quello della Marlow, di colore blu, mostrato in alcune foto qui sotto).
La resistenza dello stesso dipende molto dall'asta; nel caso di asta con tacche è necessario eliminare qualsiasi spigolo vivo, servendosi di treccia inox (il comune fil di freno di bicicletta), sfregando lo stesso all'interno della tacca.
Nel caso di aste con pernetti occorre accertarsi che gli stessi non presentino delle bave che possano tagliare l'archetto: utilizzando lo stesso fil di freno, delle piccole limette o, al limite, un Dremel con opportuno utensile, si eliminano queste asperità e se ne lucida il perimentro.
Con queste accortezze, unitamente all'utilizzo di Dyneema di ottima qualità, le possibilità di rompere l'archetto diventano davvero remote.
Personalmente uso lo stesso archetto anche per alcune decine di pescate prima di doverlo sostituire preventivamente.
Per legare l'archetto alle due asolette, si usa il cosiddetto Nodo Bandiera che unisce una ottima tenuta (impossibile che si sfili, soprattutto se asolette e archetto sono realizzate con lo stesso filo) a una grande semplicità di scioglierlo; quest'ultima opportunità è di rilevante importanza, perchè consente di sostituire un elastico anche durante la battuta di pesca.
Ecco come si esegue il nodo:
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A questo punto, il circolare è pronto per essere montato sul nostro arbalete!

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Appendici e approfondimenti





Coppie di elastici “a misura”.
Negli ultimi anni sono comparsi sul mercato dei sistemi di vincolo per utilizzare la gomma al metro anche sui classici arbalete con testata.
Si tratta di particolari "perni" in metallo, filettati da un lato (per essere avvitati nella testata) e sagomati dall'altro, alla stregua dei braccetti di ogiva, per permettere il vincolo degli elastici tramite legatura.

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In questo caso, a differenza del circolare, occorre eseguire 4 legature. I consigli sono sempre gli stessi; da aggiungere solo una considerazione: la parte attiva dell'elastico va misurata tra legatura e legatura perciò l'elastico sarà più corto di un o due cm rispetto alle gomme inboccolate classiche.
Qui di seguito un'immagine per migliore comprensione:

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Ogive a confronto
Ci sono tre tipi di ogive: morbide, rigide e miste (come da immagini sottostanti):

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Le prime sono quelle fatte solo con Dyneema (o altro trecciato sitetico); tra i vantaggi di questo tipo di ogiva troviamo il peso ridotto, l'economicità, il fatto che in caso di rottura dell'archetto i danni alle mani sono limitati; preservano inoltre la superficie degli arbalete in legno e rendono il tiro quanto più silenzioso possibile (non si sono parti metalliche in movimento durante la fase di lancio dell'asta). Come svantaggi, una maggiore difficoltà nel caricamento: dal momento che l'archetto è morbido, occorre stirare l'elastico portandone le estremità all'altezza della tacca (o pernetto); inoltre tende a far aderire all'asta le terminazioni dell'elastico in tensione, cosa che può produce un certo attrito tra elastico e fusto.
Le ogive rigide sono costituiteda una coppia di braccetti e un archetto, tutti in acciaio inox. L'archetto può essere smontabile (come nel caso della Smoby Seatec) o meno: nel primo caso sarà possibile sostituire rapidamente un elastico anche in acqua! I vantaggi si traducono in un caricamento più agevole rispetto al caso delle ogive morbide e ad un distanziamento delle gomme dall'asta. Tra gli svantaggi, su tutti, quello riguardante la sicurezza: in caso di rotture c'è più possibilità di farsi male per lo strisciamento di parti metalliche sulle mani.
Infine quelle miste, che possono essere di due tipi:
- braccetti morbidi (ovvero le asolette in Dyneema mostrate sopra) e archetto rigido;
- braccetti rigidi e archetto morbido
Si tratta di ogive usate più che altro da chi ha già dimestichezza con gli elastici “fai da te” e vuole adattarli a particolari necessità.



Fucili doppia gomma
Occorre preparare due elastici di misura differente, dal momento che lavoreranno su distanze diverse: uno andrà caricato sulla prima tacca, l'altro sulla seconda.
Quindi si tratta di applicare la formuletta di cui sopra con i due valori di D, valutati sulle due tacche (pinnette) dell'asta rispetto al foro (o ai fori) in testata.

Al fine di limitare l'attrito tra un circolare e l'altro, sarebbe opportuno allestire il circolare “corto” con ogiva morbida e quello "lungo" con ogiva rigida; nelle due immagini seguenti si può notare la differenza di accavallamento tra i due circolari nei due casi di ogive uguali (entrambe morbide) e diverse (morbida e rigida):

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Se si vuole usare solo ogive rigide, sempre al fine di minimizzare l'accavallamento delle gomme, si posso due ogive con archetti di passo differente, come nell'immagine di sotto:
doppiaogivarigidagd4



Ottimizzazione del circolare fai da te
Sicuramente la maggior parte di voi conosce il cosiddetto effetto paracadute che caratterizza gli elastici imboccolati (siano essi coppie o circolare): durante la corsa dell'ogiva verso la testata, la boccola degli elastici funge da paracadute e tende quindi a frenare la decontrazione degli elastici a causa dell'attrito idrodinamico.
Riporto qui un disegno esplicativo, dove ho evidenziato in verde l'effetto di raccolta e successiva espulsione dell'acqua nella boccola dell'elastico:
effettoparacadute800eb2

Negli elastici "fai da te" (sia che si parli di coppia che di circolare) non esiste l'effetto paracadute, il quale è dovuto esclusivamente alle boccole (e alla forma delle stesse) degli elastici standard.
C'è da dire, tuttavia, che ultimamente sul mercato sono stati presentati degli elastici che presentano una boccola di forma tronco-conica: in questo modo si evita che l'acqua venga raccolta dalla boccola, annullando di fatto l'effetto paracadute.
Nel disegno di sotto è possibile farsi un'idea di queste boccole:
elasticieffesubjm800ia8

Al fine di minimizzare l'attrito idrodinamico delle "cipolle" (la parte di elastico compresa tra il nodo costrittore e la terminazione dello stesso) è succifente limitare le dimensioni delle stesse; a tal fine utilizzo ancora una volta la moletta da banco, facendo ruotare la cipolla sul disco, controllando il consumo della gomma e facendo attenzione a non intaccare il dyneema del nodo costrittore. Nel disegno di sotto mostro quanto occorre consumare la cipolla:
ottimizzazionecipollatwjz7

Nell'immagine seguente mostro le differenti linee di flusso (e quindi il differente attrito) nei due casi:
confrontolineediflussocy5



Conclusioni.
Al fine di fornire contenuti sempre nuovi e aggiornati, la presente guida verrà di volta in volta migliorata e arricchita.
Spero di aver fatto cosa gradita e resto a vostra disposizione per qualunque info/chiarimento o anche per discutere di questo argomento che sta interessando sempre più utenti.

Edited by Claudio Basili - 12/3/2015, 12:30
 
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view post Posted on 9/7/2007, 16:31
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Big Denticiaro

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COMPLIMENTI.

NON SERVONO ALTRE PAROLE.
 
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view post Posted on 9/7/2007, 16:37
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Roba da Apneisti fb

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grande salvo...
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complimenti :woot:
 
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view post Posted on 9/7/2007, 16:39

Spigolaro

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Mi associo, complimenti veramente!!!
 
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daviden
view post Posted on 9/7/2007, 17:11




utile complimenti! :clapping.gif:
 
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cosimo82
view post Posted on 9/7/2007, 17:23




guida molto utile ed interessante....
abbastanza curata nei particolari, :clapping.gif:
 
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view post Posted on 9/7/2007, 17:28
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Polparo

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bravo Salvo, un articolo completo e utile :clapping.gif: :clapping.gif: :clapping.gif:
posso suggerire un prossimo paragrafo sugli elastomeri ed il ciclo di isteresi ? ;) :)

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contesax
view post Posted on 9/7/2007, 17:33




CITAZIONE (Relic2 @ 9/7/2007, 18:28)
posso suggerire un prossimo paragrafo sugli elastomeri ed il ciclo di isteresi ? ;) :)

ci stavo lavorando, poi per motivi di tempo ho dovuto far uscire la guida così com'è
accetto volentierissimo il tuo aiuto (sentiamoci in pvt)

grazie a tutti, mi fa piacere che sia utile :bye1.gif:
 
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view post Posted on 9/7/2007, 18:01
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Little Denticiaro

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Ottimo lavoro. Utilissima guida.

Sinceri complimenti!
 
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CapitanjackSparrow88
view post Posted on 9/7/2007, 18:35




Complimenti, aspettavo con anzia la tua guida, nn vedo l'ora di leggerla!! Grazie per la tua esperienza che offri!

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Mirco Savoretti
view post Posted on 9/7/2007, 19:45




Grande Salvo :clapping.gif: :clapping.gif: :clapping.gif:

Da mettere senz'altro come importante ;)
 
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omega71
view post Posted on 9/7/2007, 20:51




Grande Salvo hai avuto proprio una bella idea :clapping.gif: :clapping.gif: :clapping.gif: :bye1.gif: :bye1.gif:
 
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ale77ale
view post Posted on 9/7/2007, 21:23




Ottima guida!!! :clapping.gif: :clapping.gif: :clapping.gif:
Grande Salvo!!!

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Flavio-sub
view post Posted on 9/7/2007, 22:07




Ben fatto Salvo, articolo estremamente tecnico e curato.
Grazie, come gia suggerito da qualcuno, da mettere tra i post importanti.
Grande!
 
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view post Posted on 9/7/2007, 22:10
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Little Denticiaro

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CITAZIONE (Mirco Savoretti @ 9/7/2007, 20:45)
Da mettere senz'altro come importante ;)

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182 replies since 9/7/2007, 16:11   55733 views
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