| Il memorial dedicato al nostro fratello di mare Federico Torrusio, è diventato un appuntamento annuale irrinunciabile per tutti noi pescasub per ricordare un ragazzo purtroppo scomparso nel luglio 2012.Appuntamento alle 7.30 in quel di Civitavecchia, zona La Frasca, dove è possibile e agevole far coincidere la pesca (passione che ci unisce) e la successiva scampagnata con le famiglie. Quest'anno abbiamo cambiato un po' le cose, il luogo di pesca e di BBQ coincidono così è possibile controllare meglio la situazione e facilitare tutta la parte organizzativa. Il mare ed il tempo sono fantastici, ideali per passare una giornata fantastica.
Come mia abitudine inizio a scrivere e contare i partecipanti alla pescata in amicizia ed in questo terzo raduno sono veramente tanti.Successivamente i ragazzi hanno iniziato la vestizione in modo goliardico con scherzi e battute, lo spirito giusto della giornata.Nel frattempo io vado a sincerarmi se il mare è buonoOra è possibile entrare, ma prima una bella foto di gruppo anche se il sole picchia e fa caldoOra posso rientrare e dedicarmi alla preparazione del pranzo, tavoli e BBQ insieme agli amici che sono rimasti a terra con me.Poi mi accorgo che c'è qualche ritardatario e una foto ci scappa anche per luiQuesta volta ci siamo superati, c'era il problema delle bibite fresche e dei tavoli, il buon gattosub, ha fatto il top portando con un furgone tutta l'attrezzatura compreso un frigorifero e un gruppo che genera corrente!!! SPETTACOLAREL'uscita è prevista dalle 12.00 alle 12.30 sperando che la pesca sia innanzitutto divertente e proficua. Qualcuno anticipa e dopo un paio di ore esce ma alla fine il grande dei pescatori arriva puntuale. Sono usciti alla fine alcuni bei pesci, con cefali, saraghi, tordi, capponi, triglie e murene.Subito dopo è arrivata la parte piu' interessante e piu' sospirata per chi stava aspettando, mogli e figli, il pranzo!!!Finto di pranzare abbiamo allestito il gazebo per la premiazione e subito dopo Gherardo Zei ha letto una lettera che mi ha mandato il papà di Federico, il prof. Michele Torrusio. Un momento molto particolare e commovente con tutti presenti in silenzio per sentire le parole toccanti del prof. Michele. Con la sua autorizzazione voglio condividere con tutti questa lettera:Cari amici del mare, siete di nuovo riuniti per ricordare il vostro compagno che come voi amava sognare nel silenzio delle profondità. Aveva cominciato a quattro anni ad aprire gli occhi sott’acqua e mi diceva di avere visto i pesci. Allora volli regalargli la prima maschera per dargli la possibilità di vedere veramente che cosa c’era sotto. Volli anche fargli provare l’emozione di catturare i pesci come facevo io. E gli costruii il primo fuciletto con un tubo di antenna della televisione, un elastico di camera d’aria e un’impugnatura di un vecchio “arbalete”. Gli piaceva cacciare non tanto per uccidere ma per tenere in mano il pesciolino catturato. E gli piaceva anche fare esperimenti. Ogni tanto andava in giro con arco e freccia fatti con stecche di ombrellone e tornava felice con qualche bavosa o, se andava bene, con qualche triglietta. Io seguivo con lo sguardo e con un po’ di apprensione le sue pinne e il boccaglio che si allontanavano piano piano. Cominciò, quindi, a venire con me e a fare le cose più seriamente. E lo infettò la grande passione. Un giorno partì per l’università a Bologna, geologia. Qui cominciò a lavorare, rimase e si sposò. Per prima cosa, ovviamente, si portò muta, pinne, fucile, maschera e tutto il resto che ci voleva per non perdere il contatto con il suo mare. Le domeniche, quando poteva, partiva verso i posti che gli indicavano gli amici. Alzatacce la mattina presto, poi viaggi di ore verso coste lontane. Toscana, Adriatico, Liguria. La sera mi raccontava per telefono le sue avventure. D’estate tornava a Catanzaro per le vacanze, immancabilmente con l’attrezzatura subacquea. E si ritrovava con i vecchi compagni di S.Leonardo di Cutro, dove avevamo la casa per l’estate, Armando Caterisano, Renzo Rizzo, Leonardo Lazzaro e altri. Adesso cominciava a provare le emozioni delle profondità e faceva squadra con compagni più agguerriti: Giovanni Ventura, Raoul Elia, Fabio Mazzitelli, Peppe Tavella. Intanto le tecniche di pesca andavano via via affinandosi e si passava dalla vecchia pesca in tana all’aspetto, all’agguato ecc., con i vari accorgimenti e trucchetti che ognuno s’inventa. Ma con l’aspetto e l’agguato aumentavano i rischi e gli incidenti. Aspettare senza vedere arrivare niente oppure vedere comparire all’ultimo momento il pescione che fa finta di venire, poi si volta e fa finta di andarsene, poi fa finta di tornare, si ferma e ti guarda, costringe il sub a sopportare la sofferenza, a sottovalutarla e a spingere l’apnea fino ai limiti fisiologici. Capita allora che non ci si renda conto di stare oltrepassando il confine e qualche volta, superato il momento critico, si entra in quello stato di beatitudine che non fa più sentire il bisogno di respirare. E allora può succedere l’irreparabile.
Il 1 luglio 2012 ero andato in Finlandia con la mamma di Federico a trovare i suoi familiari. Ero andato allo stadio di Helsinki a vedere gli europei di atletica leggera. Verso le 17 mi arrivò una chiamata sul cellulare. Era la suocera di Federico che con voce tremante mi diceva che Federico la mattina presto era andato a pescare a Livorno e fino a quell’ora non aveva chiamato la moglie come faceva di solito all’uscita dall’acqua. Avevo capito tutto. Prendemmo il primo aereo possibile la mattina dopo e a mezzogiorno eravamo a Livorno. I comandanti della Capitaneria di Porto Gregorio Di Falco e Francesco Paolillo avevano coordinato le ricerche per tutta la serata precedente con i carabinieri e i sommozzatori dei vigili del fuoco ma senza risultato. Era stato recuperato il pallone con uno Sten appeso e un Seatec sagolato e scarico abbandonato sul fondo a 7 metri di profondità. Il giorno dopo il sommozzatore dei vigili del fuoco Fabrizio Giannelli, anche lui sub, quando ormai le speranze erano perdute, volle insistere e seguendo la corrente trovava Federico a 300 metri di distanza e a 14 metri di profondità. Lui di solito teneva la patente, le chiavi della macchina e i soldi in un sacchetto a tenuta stagna appeso al pallone che non fu trovato. Aveva avuto un infarto? Aveva battuto la testa e aveva perso i sensi? Aveva esagerato con l’apnea? L’aveva investito un motoscafo? Non si è mai saputo. Girò la voce che si fosse stremato cercando il sacchetto sui fondali. Io non ho mai creduto che sia morto per questo. Era troppo esperto per fare un errore così grosso. Lo potemmo vedere per l’ultima volta il 3 luglio prima di essere cremato come aveva voluto quando era in vita. Aveva stampata sul volto l’impronta nera della maschera, segno che gli era rimasta schiacciata per la pressione tutto il tempo che era rimasto sul fondo. Alle 11, accompagnati dalla Capitaneria di Porto, esaudendo ancora il desiderio che aveva espresso in vita, lasciavamo le sue ceneri al largo del porto con un mazzo di fiori e al suono delle sirene. Dalla riva un folto gruppo di amici venuti da Bologna e da Catanzaro seguiva commosso. Ora, quando mi trovo davanti al mare, in particolare il Tirreno, penso alle ceneri trasportate in giro dalle correnti e immagino di vedere un boccaglio e un paio di pinne andare lentamente verso il largo.
Grazie a tutti voi che partecipando a questo Memorial avete voluto dimostrare un cameratesco affetto verso Federico e un grazie immenso a Claudio Basili, Gherardo Zei, Andrea Sabadello e Gianni Ventura che ancora una volta lo hanno voluto.
Con affetto.
Michele Torrusio.Dopo il silenzio si alza un fragoroso applauso che copre la mia commozione e quella di Gherardo che ha letto la lettera!Ora non resta che passare alle premiazioni con coppe e medaglie che ha anche quest'anno donate da Giovanni Ventura e alla consegna delle maglie che il prof. Michele Torrusio ci ha voluto regalare per ricordo.Voglio ringraziare di cuore gli sponsor tecnici i quali ci hanno donato alcuni regali estratti a sorte tra i ragazzi che al mattino sono entrati a pescare. C4 Carbon con le pinne whaoo Contesub con un arbalete Spike Apnea Store Palermo con elastici, maglie e felpe Tuttopescamare di carbonia con 2 buoni da 50 euro da spendere online Si inizia con il premiare il pescatore che è venuto da piu' lontano ed in questo caso è l'amico Massimo Forchetta Bisius che si è alzato alle 3.00 per stare con noi. Subito dopo il pesce piu' bello, si tratta di un sarago oltre il kg preso da Jacopo IachiniMassimo Forchetta BisiusJacopo IachiniOra tocca alle coppe con i carnieri piu' belli
3° Posto Fabro Alias Fabrizio Onori2° Posto Simone Romitelli1° Posto Adriano VentrescoPoi la consegna delle medaglie e l'estrazione dei premi Pinne C4 Wahoo vinte da Andrea Romitelli - Fucile SPIKE Contesub vinto da Jacopo IachiniOra alcune foto degli altri premi estratti da due bambiniPurtroppo non è stato possibile mettere tutte le foto per problemi di spazio nel post e vi garantisco che sono tante!
Un grazie a tutti i partecipanti e a tutti gli organizzatori che hanno contribuito alla riuscita di questo splendido evento, non faccio nomi per non dimenticare nessuno, ma siete stati grandi!!!!Grazie ancora a Giovanni Ventura, prof Michele Torrusio e a tutti gli sponsor tecnici con la promessa di ritrovarci il prossimo anno piu' numerosi.
Ciao
Claudio p.s. mi sento di elogiare due persone in particolare che si sono superati, Gattosub per il frigorifero e l'attrezzatura e Roberto Robyspigola che il giorno prima è diventato papa' e non è voluto mancare a questo raduno
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