Inizio con il ringraziare l'utente Simone Azzola che ha permesso la realizzazione di questo articolo, articolo di sicuro aiuto ai neofiti che si cimentano nella cattura del sarago.
Il sarago; preda per eccellenza e consuetudinaria del pescasub, data l’abbondante presenza sui fondali marini e la bontà delle sue carni.
Questo sparide, cugino dell’ambita orata, si divide in diverse specie, ma quelle da noi maggiormente conosciute sono 4: il Maggiore (o Reale), il Pizzuto, il Fasciato e lo Sparaglione. Negli ultimi anni si è visto anche crescere il numero di saraghi Faraone pescati nelle nostre acque, specie che raggiunge notevoli dimensioni. Altri cugini e affini possono considerarsi la Tanuta e l’ Occhiata.
Il Sarago è noto per l’astuzia e la furbizia acquisita negli anni; trasmessa di generazione in generazione, che ha portato questo sparide, da prevalente frequentatore di tane, a pesce riunito in banchi in acqua libera infatti non è difficile vedere enormi banchi di saraghi medio-piccoli avvicinarsi in palla subito dopo essersi immobilizzati all’aspetto sul fondo. Gli esemplari più grandi si tengono ben lontani, ormai, conoscono bene la figura del pescatore in apnea, costringendolo a difficili, estenuanti e sempre più lunghi aspetti, a vantaggio di una sfida sempre più accesa.
Ho notato, almeno dalle mie parti, che ultimamente il tipico avvicinamento del sarago a "pancia a terra" sta cambiando; si sta “alzando”: si presentano a mezz’acqua, osservandoci dall’alto e rimanendo immobili a diversi metri di distanza, avendo oramai scoperto la nostra figura, magari non troppo occultata e rimanendo li sospesi ad osservarci a debita distanza. Si avvicinano molto lentamente ricordandoci che quello è il loro mondo e noi siamo momentaneamente ospiti, in quella fattispecie molto indesiderati e non i padroni, che giocando a chi resiste di più avremmo noi la peggior sorte. Bisogna sfruttare tutta la nostra abilità e i nostri limitati tempi di apnea per avere ragione dei saraghi "denti neri" con laurea honoris causa, specie per la quale provo molto rispetto ed ammirazione.
Cosa tutt’altro che difficile è la cattura quando si trova in tana, al sicuro. Per le tane molto popolate, ormai una rarità, non bisogna far altro che scegliere e tirare il grilletto. Consiglio sempre di effettuare un prelievo per tana, evitando di svuotare la stessa oppure far perdere ad altri membri del banco la fiducia nel nascondiglio, obbligandoli ad abbandonarlo e lasciarlo vuoto per molto tempo. Così facendo, possiamo sempre garantirci una cattura ogni tanto, “ripassando” per quella tana.
Cosa che consiglio sempre è sparare al sarago fuori dalla tana, magari in caduta mentre ci si avvicina allo spacco, per due semplici motivi: il primo riguarda la riuscita della cattura: non conoscendo la tana, potremmo perderlo in un tiro all'interno della stessa in quanto potrebbe arroccarsi o posizionarsi male; il secondo motivo è che sparando il sarago fuori dalla tana, daremo modo agli eventuali membri del banco di prendere fiducia nel loro nascondiglio e non abbandonarlo.
Gran parte delle catture, però, vengono fatte all’agguato, sorprendendo il pesce che intento a mangiare a coda all'insù non si rende conto della nostra presenza; bisogna avere i riflessi pronti poiché ci troveremo nella maggior parte dei casi in diretto contatto con la linea laterale (organo sensore del pesce) che una volta avvertita la nostra presenza, ed averci catalogato come pericolo, scatterà in difesa quasi immediatamente.
Può accadere, come successo diverse volte nel mio caso, che il pesce una volta sorpreso all’agguato rimanga tranquillo a spiluccare nella roccia, dandoci tutto il tempo di allineare il fucile e magari esitare qualche secondo in più nel premere il grilletto, gustandoci un pò l’azione eseguita alla perfezione, da perfetto Apache.
Questo avviene per motivi ben precisi, innanzitutto la perfetta esecuzione dell'agguato eseguito con velocità non aggressiva; in secondo luogo c’è da dire che il pesce avverte la presenza, ma distratto dal pasto che sta consumando, non la percepisce come un pericolo immediato, dandoci il tempo di mirare con calma.
In ogni caso, questo sparide cambia modi ed usanze in base alle zone di pesca, richiedendo grande abilità al pescasub di adattamento per effettuarne la cattura: tana, agguato, parete e aspetto. Insomma, un pesce insidiabile con tutte le tecniche di pesca conosciute, bisogna essere polivalenti se si vuole mettere a cavetto qualche bell’esemplare.
Ecco un classico esempio di agguato portato in parete dove la preda più probabile da catturare è proprio il sarago:
VideoCon questo concludiamo l'articolo sul sarago, uno dei pesci più presenti e insidiati dal pescatore in apnea.
Edited by Vito Messina - 4/2/2014, 11:38