PescaSub & Apnea

I racconti del Mammut

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Seriol Killer 645
view post Posted on 17/5/2010, 13:57 by: Seriol Killer 645




Questo viaggio di rientro ci vedeva seduti nel nostro pulmino, che a sua volta era fissato sul pianale di questo trucidissimo autoarticolato. Davanti a noi, logicamente, il buon Julian, quasi uno chauffeur, che oltre a guidare, si doveva anche preoccupare delle nostre eventuali necessità. Ogni tanto, con un colpo di clacson, gli chiedevo di fermarsi, o per una pipì, o per prendere delle foto o per uno spuntino.
Veramente, erano più le volte che si fermava lui, per dare una mano a qualcuno in difficoltà. Sì, perchè l'uragano Doreen, passando, si era tolto tutte le voglie di fare più danni possibile. C'erano tratti di asfalto trasportati lontano chilometri dal punto in cui dovevano essere, e al posto della strada trovavamo fiumi irruenti o enormi pozze d'acqua, che coprivano di una spanna i copertoni del nostro camion. Fermi davanti a queste masse di acqua, decine e decine di auto e camper, che non potevano passare, perchè, al contrario di noi, non avevano le quattro ruote motrici e, soprattutto, marmitta e filtro dell'aria posti in alto, oltre il tetto della cabina di guida.
Julian si sentiva un po' come San Cristoforo: doveva aiutare tutti. La prima volta scendemmo a rimettere in carreggiata, spingendolo, un camioncino con quattro monache a bordo. Poi trainammo, legandole per le corna, due vacche macilente, che erano affondate fino alle spalle nelle sabbie mobili. Insomma gli interventi si sprecavano, tanto che dovetti pregarlo di lasciar perdere i casi meno gravi, perchè di quel passo rischiavamo di passarci un mese. In fondo non eravamo la Protezione Civile!
Viaggiammo per due giorni. Quando la strada si interrompeva, dovevamo fare delle deviazioni nel deserto, su tratturi sassosi, per poter raggiungere l'altra parte della strada che non era stata portata via dall'ira della sora Doreen. Lasciavamo dietro di noi decine e decine di automobilisti che non riuscivano ad andare avanti. So di persone che hanno impiegato più di due settimane per rientrare negli Stati Uniti.
Julian macinava chilometri e noi vedevamo meno nero, perchè la mèta, con la famosa officina VW, che ci avrebbe rimesso in ordine di marcia il pulmino, si stava avvicinando. Poi su a nord, il chubasco non si era accanito come al sud, perciò procedevamo più spediti.
Ci fermammo a mangiare del pollo fritto a un Colonel Sanders di Tijuana, poi Julian ci trovò un Motel ultra fetente, dove, tra un bacarozzo (cucaracha) gigante e l'altro non tardammo a cadere tra le braccia di Morfeo. Prima di addormentarci, feci una considerazione, cioè dissi a Susan, "se quel brav'uomo di Julian, nottetempo, se la squaglia con il nostro camper e tutto quello che c'è dentro, che facciamo?" Ci siamo fidati, abbiamo preso sonno e...ci è andata bene, perchè il giorno appresso tutto era in ordine e al posto suo. Facemmo tutti e tre colazione e ci avviammo verso la più grande officina Volkswagen del Messico.
Con un traffico da delirio, nel quale Julian si muoveva perfettamente a suo agio con quel bestione, dopo circa un'ora arrivammo davanti a questo enorme edificio, che era la concessionaria e base operativa del marchio automobilistico tedesco. Appunto, era: imperfetto del verbo essere, cioè non esisteva più, perchè aveva chiuso i battenti, quindi tutte le attività correlate, dieci giorni prima! :doh.gif:
Susan si sedette sul marciapiedi e cominciò a piangere... :sick:

:bye1.gif:
 
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