Mi costringi ad intervenire, anche se è vero che rischiamo non tanto di uscire dal tema (in effetti restiamo in tema), quanto di dare troppo peso ad una questione secondaria ai fini di una valutazione del Mr D.
Premetto che ho volutamente parlato di generiche “linee” arretrate, perché è un concetto in cui ho fatto rientrare un misto composito di masse anche differenziate e forme il cui rapporto a priori non è definibile in maniera sintetica e precisa, dato che i materiali utilizzabili determinano equilibri differenti: col carbonio si lavora sugli spessori e le cavità, col legno si può lavorare sul peso specifico delle diverse essenze, con l’alluminio si usano schiume sintetiche, ma anche il peso dell’impugnatura gioca la sua parte; l’amico di D@pi, se ben ricordo, usava due scatolati laterali con funzione di massa/freno volumetrico e spinta di galleggiamento.
Ecc..
Dunque,
una parte importante della linee della Zanzara è discretamente avanzata: si parte infatti da un’impugnatura sottile che prosegue lungo il fusto che ha a sua volta una linea iniziale sottile, e solo in posizione più avanzata, appunto, questo arbalete accresce – lo si vede sia dall’alto, che lateralmente – la propria “linea”.
Simile il discorso del Monoscocca, che però non ha in testata la linea voluminosa della Zanzara che ho visto in rete, ma piuttosto quella, sia pur sensibilmente migliorata grazie al carbonio, di altre armi con fusto disegnato (non, cioè, un banale tubo) degli anni ’90.
Il cuneo di D@pi, a mio modesto avviso, rappresenta un cambiamento quantitativo/qualitativo significativo, e cioè un arretramento delle linee molto più massiccio e decisivo.
Similmente, il MR C., ad es., introduce un arretramento delle linee che rappresenta un salto netto rispetto al Mono.
Tant’è vero che molti considerano il MR un’arma concettualmente innovativa, un salto, appunto, rispetto al passato.E’ dunque sorto un malinteso
Comprendo ora in che senso parlate di arretramento anche con riguardo a fucili sensibilmente snelli in una importante porzione della propria parte posteriore, come il Monoscocca.
Se focalizzo il salto evolutivo anteriore, è vero – non fatico ad ammetterlo - che il Mono viene prima di D@pi.Io però mi riferivo al salto evolutivo rappresentato da importanti forme arretrate simili concettualmente al Mr , anche se diversamente modellate ed in questo senso vedo e
continuo a vedere il D@api come un salto evolutivo che anticipa il Mr.Salto per modo di dire, dato che gli americani, ad es., applicavano già questi concetti, sia con le forme a cuneo, sia con le pance, sia con volumi laterali eterogenei posti in prossimità dell'impugnatura.
Ognuno potrà darmi ragione o torto, anche accettando lo scotto di interpretazioni diverse.
Fatte queste distinzioni e compiendo un passo a ritroso, però,
il discorso da farsi sarebbe stato significativamente diverso.Si sarebbe dovuto, cioè, fare un
approfondimento storico sui famosi ossi di seppia, sulle sezioni lenticolari, e altri analoghi concetti.Non voglio farlo, aprendo così un nuovo fronte, ma senza invocare D@pi (che è arrivato a giochi ormai fatti, nel campo specifico delle "seppie"
e cui non sono affatto “affezionato” per ragioni inconfessabili, come insinui) avrei comunque
serissimi dubbi nel sostenere che il Monoscocca presenta linee concettualmente innovative rispetto ad arba mediterranei analoghi dell’epoca e persino anteriori, benché costruiti con materiali, tecniche e dunque sezioni virtuose meno avanzate di quelle ottenibili con i compositi in carbonio.
Edited by Androsasta - 7/11/2014, 15:28