meno male che ho un lettore! Ma è possibile che di quell'epoca non ci sia nessun altro mammut sub? Meenkia, veramente sono in via d'estinzione!?!
Ad ogni modo,gli anni che vanno dal 1950 al 1960,mi videro, logicamente, crescere in età. Per cui tralasciata piano, piano, la mia diffidenza per il mare, grazie anche alla concorrenza della figlia mia coetanea di un altro sub amico di famiglia, con la quale non volevo sfigurare, mi feci coraggio e cominciai a usare la maschera di papà. Poi ebbi il permesso di fare un giretto con il fucile e di scaricarlo. Insomma la cosa mi stava intrigando.
All'epoca andavamo a Ponza o all'Argentario. La costa laziale fu sempre snobbata a causa dell'acqua fetente. Che sbaglio!!!
Nel 1957 ci fu un'altra svolta nella mia crescita come subacqueo.
Un amico di mio padre, Maos Jacobacci, organizzò una crociera con la sua barca, un dodici metri a due alberi, che reggeva il mare come io reggo i rompicoglioni, tanto che venne ribattezzata la "Fabbrica del Mal di Mare". Comunque l'itinerario era arrapante: Fiumicino (non l'aeroporto), Ustica, Trapani,Lampedusa,Malta e ritorno.
A Lampedusa, dove ci siamo fermati diversi giorni, ricordo che c'erano le pescherie, che erano di fatto magazzini ( chiamati baracche) nei quali veniva scaricato il pesce. Qui erano allineate cernie,cirenghe, ricciole, dentici e squali grigi, tutti appesi come i vestiti in un grande magazzino di abbigliamento. Lo ricordo come fosse oggi. Oltre al numero incredibile, quello che colpiva erano le dimensioni. Io avevo dodici anni e ciò che vedevo aveva il mio peso e spesso superava la mia altezza. Oggi so che questa cosa puzza di fregnaccia,ma sicuramente qualcun altro può testimoniare che ciò che dico è vero. A Lampedusa sicuramente lo ricordano.
Facemmo una gita a Lampione, dove i nostri genitori si immersero e ci raccontarono che c'era un mare di ricciole e un mare di squali.
Armati di saetta non c'era niente da fare.
Da Lampione andammo a Linosa, dove incontrammo Roberto Merlo, Gegè Jannuzzi
e Bruno Coppolino. Questi erano personaggi dei quali, negli anni a venire, avrei letto avidamente i reportage di pesca su Mondo Sommerso. Quel giorno mi limitai a rimanere a bocca spalancata davanti a due cernie di oltre venti kg l'una, appese nella cucina della casa in cui abitavano. Quando seppero degli squali a Lampione,quasi ci implorarono di organizzare una battuta per il giorno dopo, ma il commandante fu irremovibile nel dire che non poteva cambiare i piani della crociera, che prevedeva la partenza per Malta proprio l'indomani.
Non ci crederai (tanto sempre uno sei ), ma sono passati più di cinquanta anni e ancora non mi dò pace. In compenso da quel giorno decisi che avrei fatto di tutto per tornare a Lampione per prendere uno squalo e di andare ovunque ci fosse la possibilità di catturare ricciole e grosse cernie.
Ho mantenuto l'impegno e ancora oggi cerco di esorcizzare quel maledetto giorno a Linosa, in cui mi venne negata l'emozione di vedere il campione italiano di pescasubacquea dell'epoca alle prese con pesci che neanche pensavo esistessero, il tutto documentato da uno dei più grandi fotosub del mondo.