CITAZIONE (mattodoc @ 9/8/2012, 09:50)
E' sbagliato senza dubbio. Ma, senza fare i moralisti (il pesce l'ho venduto anche io varie volte), quello che è più sbagliato è che a queste persone vengano riconosciuti diritti agli altri negati... Del tipo 'quello pesca di notte e con l'ARA' ma lo fa per campare. Questo non mi va giù.
E' la solita vecchia storia dei lavori 'facili'. Allora anche le piccole frodi, i borseggi, lo spaccio di droghe minori, il contrabbando diventano giustificabili perchè un poveraccio ha figli a carico...
Io non mi formalizzo se qualcuno vende il pesce, è un problema fiscale ma nulla toglie al mare ed alla sportività della cattura. A patto, ovviamente, che questo venga fatto secondo le regole alle quali tutti cerchiamo di attenerci.
Io trovo una bella differenza tra chi, senza autorizzazioni, licenza, P.I, ecc, entra in acqua allo scopo di pescare il pesce da vendere e chi, nelle stesse condizioni, entra in acqua per pescare e di tanto in tanto vende un pesce che non mangerebbe (voglio sottolineare il saltuariamente).. Anche da un punto di vista economico/fiscale il primo apporterebbe un danno decisamente maggiore. Tuttavia, non comprendo chi si scandalizza perchè
di tanto in tanto qualcuno vende il pescato e magari non batte ciglio quando ogni mese va dal parrucchiere, dentista, bar, ristorante, ecc, senza che gli venga emessa una ricevuta/scontrino fiscale..
Ma questo è un discorso del tutto morale, che non può trovare attuazione nella legislazione..Chi può stabilire se uno pesca allo scopo di vendere o se uno vende perchè ha pescato troppo? Sarebbe bello se fosse possibile ma io non ne conosco il modo
Tutti dovrebbero essere "trattati" allo stesso modo, non dovrebbe esistere la scusante "ho famiglia" perchè tutti, chi più chi meno, hanno problemi..