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| Sul lavoro meccanico della pala non penso dia alcun contributo; se poi tu dici che possa addirittura limitarlo, penso che forse hai anche ragione, ma non è la chiave del progetto.
Per il poco che ho capito del carbonio e le fibre composite in genere, una cosa è la prestazione, diciamo, elastica, ed un'altra la resistenza alla fatica, mentre ancora un'altra è la resistenza agli urti. Queste mi pare di capire che nascano per fare endurance e non fondismo o velocità. Avranno privilegiato gli aspetti che consentano di far lavorare molto la pinna; farle avere più capacità di superare urti e stress meccanici passivi (tra cui contenere i danni in punta per evitare magari infiltrazioni e conseguenti delaminazioni); risultare anche più silenziosa in termini di rumore a contatto con gli scogli; poterle occultare tra le rocce più facilmente e senza paura di danneggiarle e magari avere anche quel pizzico di peso in più in punta che consenta di tenerle basse in poca acqua. Non mi meraviglierei se magari una eventuale morbidezza di punta fosse utile anche a spezzare eventuali vortici fluidi durante la pinneggiata, un pochino come fa il flap dei modelli da "galoppo" subacqueo dell'azienda.
Solo il Bonfanti potrà chiarire.
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