Eccoci arrivati alla 14-ma zingarata che è stata quella caratterizzata dalle scelte …. sbagliate.
Saper scegliere significa selezionare con cura il periodo in cui effettuare la vacanza: di norma abbiamo almeno due settimana in cui far cadere la nostra trasferta della durata di 4 giorni, ma a causa di un raduno di mio figlio, son costretto a rientrare il 24 mattina. Le nostre scelte per la partenza, possono andare solo dal 17 al 19. Ovviamente il mare è bello arzillo sia il 18 che il 19 per cui siamo costretti a partire l’ultimo giorno possibile, ben sapendo che ci avrebbe atteso mare con almeno un paio di metri d’onda: è stato bello vedere le previsioni del 20 giugno passare da 90 cm a 115, poi 135 ed infine un eloquente 195. Oltre al mare mosso, sono anche pessime le condizioni della luna che è piena e quindi i dentici saranno difficili da trovare.
Saper scegliere significa selezionare con cura anche il luogo del ritrovo per lasciare una delle due macchine: avendo un nuovo navigatore, chiedo a Maurizio se riesce a recuperare l’indirizzo e non avete idea della risate quando scopriamo che il luogo del rendez vous è in Via Cateratte …. Di meglio avremmo potuto scegliere solo Via della Prostata. Da notare l’ordine assoluto del bagagliaio della macchina di Maurizio dopo che abbiamo stipato entrambe le attrezzature: mi sa che la disposizione è da rivedere ….
Saper scegliere significa fare un buon viaggio e riposare la notte: inutile dire che prendiamo la cabina peggiore della nave. Quando entriamo sembra di essere in un frigo: -4 gradi impossibili da regolare …. Si cercherà di riposare con la felpa e la coperta. Inoltre, visto che c’è il mare mosso, abbiamo la cabina 8026 al ponte più alto (non sapevo neppure che esistesse il ponte 8 su una Moby). La fortuna vuole che sia ubicata direttamente sulla ciminiera: inutile dire che con tutto il rumore presente, dormire è stato solo un tentativo. Unica nota positiva è che la cabina ha l’oblò protetto da tendine …. che dà su una parete.
Saper scegliere significa decidere di prendere comunque il gommone, nonostante il mare grosso, anziché fare la transumanza con la macchina e andare nell’est della Sardegna. Il mare era talmente incazzato che non essendoci il titolare presso la struttura che ci affitta il gommone (che ci conosce bene e ci prepara gommone con ancora decente), ma un suo nuovo dipendente, questi ci dice che è impossibile uscire con quelle condizioni. Lo rassicuriamo dicendo che saremmo usciti nel tardo pomeriggio (mare in scaduta) e che non siamo dei novellini; lui non si fida e chiede conferma telefonica al titolare. Ovviamente questa scelta condizionerà la pescata: si va sulle secche di Badesi, ma il mare è davvero formato, torbido (per la Sardegna) e nonostante la presenza di pesce (Maurizio prende un bel sarago al 5 tuffo e io ne padello uno a quello successivo con un tiro davvero pretenzioso) siamo costretti a capitolare: viro al verde e mi “capovolgo”, mentre cerco di risistemare la sagola del fucile come un novellino e siamo costretti a rientrare. Prima di abbandonare l’ancoraggio riusciamo quasi a rompere un dito a Maurizio nel recupero dell’ancora. Per fortuna non ci son fratture, ma da oggi, oltre ad elimina le pippe causa infortunio, i fucili da caricare per Piero sono ben due. Unica nota positiva della giornata: un filmato con un bel saputo al Supremo che spero diventerà presto suoneria di parecchi cellulari.
Saper scegliere significa perseverare e ritrovare a lottare con i marosi anche nel secondo giorno. Facciamo due spot noti che spesso ci hanno dato belle soddisfazioni. Troviamo dei bei branzini che nuotano a mezz’acqua e li vediamo almeno una decina di volte: inutile dire che non arriveranno mai a tiro. Ci son diverse cerniotte, ma tutte sotto taglia. Catturerò io un barracuda con un tiro impossibile e Maurizio una cerniotta che viene all’aspetto come se appartenesse ad un’altra specie. Altro incontro da rimarcare quello con le aquile di mare che sono state una presenza costante nel primo spot.
Saper scegliere significa trovare, come location di pesca, quella dove, tra due giorni, si svolge il campionato italiano di pesca subacquea. Inutile dire che, sulle strisciate di Bedesi, è quasi impossibile fare qualsiasi attività tanto è il traffico in superficie. Tentiamo in tre punti diversi senza vedere quasi nulla. Catturo io una oratella al limite del peso che mi fa comunque sudare 7 camicie. Unico incontro da rimarcare la coppia di saraghi in amore o in competizione.
Saper scegliere significa giocarsi il jolly l’ultimo giorno andando nel nostro posto da Dentici e vederne uno al primo tuffo: questo ti dà carica, peccato che questo rimarrà l’unico avvistamento decente di tutta la vacanza.
Saper scegliere significa non cambiare la giacca della muta anche quando hai avuto la sensazione che ci sia un buco e ritrovarti, dopo l’ingresso in acqua, con la conferma che il buco non era una sensazione e trascorrerai tutta la pescata con rivoli d’acqua fredda nella schiena.
Saper scegliere significa dimenticarsi di prendere lo spray nasale per scongiurare i blocchi del mio orecchio sinistro e ritrovarsi, dopo i primi 20 tuffi a non riuscire a compensare in risalita. Per non rischiare non posso più scendere: salvo il cappotto con una spigoletta presa da galla e buco, senza passare per lo scoglio alle sue spalle, un’oratella. L’ultima occasione è di Maurizio: ho avvistato un bel branco di corvine da galla e Maurizio riesce a fare una bella padella, cercando una coppiola.
Saper scegliere significa sognare la cena che ci aspetta in un ristorantino di Olbia che ogni volta supera le nostre aspettative e ritrovarsi rallentati prima da interruzioni della strada e poi da una coda che sembra inesorabile. Sogniamo i piatti da un anno e ci ritroviamo con le cozze alla marinara che si allontanano dalla nostra portata. Per fortuna son velocissimi e nonostante abbiamo solo 45 minuti di tempo, riusciamo nell’intento di mangiare le agognate cozze e un bel risotto.
In tutta questa sequenza l’unica scelta corretta è stata quella del compagno di pesca: quella dell’amico che quando ti vede in difficoltà non serve neppure aprire bocca e ti propone di uscire, quello che quando è stanco e ti vede ancora motivato, non dice nulla e inizia a fare planate perché sul fondo non ci arriva, quello che quando vede un pesce e non ha le condizioni ideali per tentare il tiro, risale e ti spiega cosa fare, quello che se tu ci tieni a fare un tuffo in quel punto, ti da la precedenza, quello che non c’è una volta in cui tu risalga senza trovarlo sulla tua verticale ad aspettarti, quello che nei momenti fuori dall’acqua scherza, discute e ride con te di qualsiasi cosa come se avessimo 20 anni. Non prendiamo pesce, ma il divertimento è assicurato.
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, ma queste zingarate in compagnio valgono comunque la pena, e si vede da come l'hai descritta 
