PescaSub & Apnea

Pinne Speedy Alemanni VS XXone Anax

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Marc4
view post Posted on 26/3/2014, 15:13 by: Marc4
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Saragaro

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CITAZIONE
Grazie per la gentile risposta.

Assodato che un pescatore ed un apneista hanno un carico resistente diverso (per le giuste motivazioni da lei esposte), chiarito che il pescatore è quello con le condizioni operative peggiori, va da se che, per il pescatore, avere ai piedi un paio di pinne quanto più prestanti possibile non sarebbe male!!!
Riporto, qui di seguito, alcune caratteristiche delle pinne 82 che, secondo quanto riportato sul suo sito, sono espressamente dedicate all’apnea pura:

“Le 82 sono pinne dedicate alla pura apnea, tutto di loro parla di questo. Fluidità di movimento, massimo risparmio energetico e velocità sono le loro migliori caratteristiche….omissis…Le 82 sono molto lunghe, misurano 1.000 x 196 mm, questo favorisce un nuoto a velocità costante con un ridottissimo consumo energetico…omissis…L'esteso ed idrodinamico flap finale delle 82 ottimizza il distacco dei filetti fluidi dalla pala minimizzando i dannosi vortici proprio nelle sezioni di massima velocità del fluido rendendo il movimento di pinneggiata estremamente fluido e continuo.”

A questo punto una domanda mi sorge spontanea: perché mai un pescatore che opera abitualmente a quote importanti (diciamo 30/35 m) non dovrebbe utilizzare tali pinne per la pesca??? O altri modelli simili di altre ditte??? Quali controindicazioni ci sarebbero???

Quindi mi verrebbe da pensare….”piuttosto che fare differenze tra pinne dedicate alla pesca e pinne dedicate all’apnea pura, sarebbe più logico distinguere tra pinne dedicate alla pesca in bassi – medi e alti fondali!!!”

Poi, ovviamente, ognuno sarebbe libero di utilizzare le proprie pinne per la pesca o per la semplice apnea.

Specifico che le mie sono solo semplici considerazioni e/o dubbi che non vogliono in nessun modo sovvertire l’ordine costituito in fatto di destinazione d’uso delle varie tipologie di pinne :bye1.gif: :bye1.gif: :bye1.gif:

A me sembrava chiaro...comunque ecco un "total reset"...che suggerisco di non leggere con tipica memoria da pesce rosso ( 3 secondi eppoi il buio... :doh.gif: :

a) le pinne sono un attrezzo che ha il compito di svolgere un lavoro, ovvero spostare il sub immerso in acqua.

b) affinchè lo spostamento avvenga bisogna superare le resistenze che si oppongono al moto.

c) queste resistenze sono principalmente la massa da accellerare/spostare ( peso ) e le resistenze idrodinamiche ( l'acqua da penetrare e/o muovere )

d) ognuno di noi ha la sua massa e le sue personali resistenze ( quelle di Tizio non sono quelle di Caio, magari molto simili ma non uguali )

e) se sono magro e longilineo avrò bassa resistenza da vincere ( poco peso, poca sezione frontale e forma idrodinamica )

f) se sono grasso e tozzo avrò alta resistenza da vincere ( tanto peso, grande sezione frontale e forma poco idrodinamica )

g) la sezione frontale è intesa quella traversa all'avanzamento, ossia quanto grande è la superficie che sposta l'acqua. Al tal proposito tutti dovremmo essere consapevoli che una minima variazione della nostra forma resistente produce sensibile aumento o riduzione della fatica ad avanzare. Basta solo mettere le mani allungate in avanti oppure di piatto e sentiamo la differenza...non c'è ragione per cui QUALSIASI cosa e/o postura che aumenti la ns sezione forntale ( e modifichi la ns forma ) non produca medesimo effetto di variazione di resistenza. Non è che le mani fanno resistenza ed il fucile miracolosamente no...il fucile è 20 volte più "grosso" delle mani... :fisch.gif:

h) fucile, torcia e pesce da portare in superficie richiedono una certa parte di energia, da soli non vengono sù...= alto carico resistente. Onde e correnti aumentano le resistenze da vincere, non sempre ci sono ma bisogna tenerne conto.

i) in piscina, quindi situazione di nuoto in orizziontale, non devo sollevare nulla, non ho fucile, torcia, pesce e nemmeno onde e correnti = basso carico resistente.

l) in apnea per l'assetto costante ho l'obbiettivo di una prestazione. A pesca ho l'obbiettivo di tante prestazioni ( immersioni ).

m) c'è da considerare anche il tempo d'immersione. Se devo risalire da 10mt è una cosa, se sono 35mt è decisamente un'altra...ovvero nel secondo caso mi servirà più TEMPO per completare il gesto atletico, risalire e poter respirare...sembra un'osservazione banale ma è esattamente il contrario di ciò che si ricerca...voi cercate la pinna che vi fà scendere di più mentre invece bisogna cercare quella che ci fà risalire di più.

n) mica è detto che io abbia questo tempo disponibile, il tempo disponibile per la risalita dipende dalla parte residua della nostra apnea.

o) facciamo il punto: sono sul fondo, è ora di risalire e DEVO avere il tempo d'apnea per farlo. Il "consumarsi" di questo tempo dipende da che pinne ho ai piedi, esse trasformeranno l'energia muscolare disponibile, disponibile in quantità e tempo limitati in movimento (nuoto più o meno veloce ). E' un conto alla rovescia...

p) faccio due esempi rapportati alle nostre personali esigenze ( quelle di ognuno, le resistenze da vincere ):
p1- ho pinne più morbide di ciò che mi serve = per compiere il tragitto fondo-superficie dovrò fare tante falcate perchè ognuna di esse produrrà poca spinta = è necessario un tempo maggiore per risalire = serve un'apnea più lunga
p2 - ho pinne più dure di ciò che mi serve = per compiere il tragitto fondo-superficie dovrò fare meno falcate ma usando più forza = risalirò in un tempo minore ma con maggiore consumo d'ossigeno = l'apnea si esaurisce prima

q) questo video è tristissimo mi stringe lo stomaco tutte le volte che lo vedo Video e non ne vorrei mai vederne altri uguali. Al minuto 1,19 si vedono le pinne che ha ai piedi, sono delle nostre 81 da apnea profonda. Apnea, non pesca. Sono pinne molto morbide e per la profondità a cui s'è spinto e probabile emozione, s'era messo in difficoltà. Si vede che aveva un residuo d'apnea per 10 falcate, ma con le pinne da apnea ne sarebbero servite 20 di falcate per arrivare in superficie, cosa che purtroppo non è riuscito a fare.
La sua scelta delle pinne d'apnea morbide gli ha consentito di arrivare più giù, guadagnare dei metri di profondità sulla prestazione, ma riducendo il propio spazio di sicurezza. Pinne più dure non gli avrebbero consentito quella profondità, di contro avrebbero consentito una risalita più rapida. Non è affatto detto che alla fine il risultatto sarebbe cambiato....poi la sfiga, il fato e quello che volete, ma non cambia la cruda analisi tecnica.

r) Se ne ricava che il limite personale cambia in funzione delle pinne che si hanno ai piedi. A quanto scendi ?? Bisogna rispondere "con queste pinne risalgo da tot. metri" non quanto scendo... :nono.gif:

s) quindi i produttori, almeno noi, fanno le pinne in varie durezze e modelli per avere un ampio range di possibilità in modo che i vari soggetti abbiano possibilità di trovare la pinna che meglio si addice alle loro esigenze. Loro esigenze = peso, profondità ed apnea personali.

t) Le pinne da apnea, più lunghe e morbide, servono per avere più velocità che è possibile muovendo carichi resistenti bassi. Se cambio il carico resistente e lo aumento, non riuscirò ad avere le medesime velocità e tantomeno le medesime accellerazioni ( stacco dal fondo o ripartenza ).

u) Posto che le pinne NON SONO IL MOTORE ma sono solo il sistema di trasmissione, le pinne da apnea pura si possono assimilare ad un cambio di velocità che abbia la 2°-3°-4°-5° marcia, non c'è la 1°. Vai veloce ma hai poco spunto, quindi se riparti da zero ti serve tanto tempo per raggiungere una buona velocità ( vedi filmato precedente ). Le pinne da pesca sono un cambio che abbia la 1°-2°-3°-4°....non c'è la 5°. Meno velocità ma più accellerazione e considerato il tempo limitato che abbiamo per usarle ( la ns apnea ) e la ripetitività del gesto atletico ( più discese e risalite ) si ottiene una migliore gestione degli imprevisti e delle variabili. Buttala via... ;)

v) per ripsondere a Cosimo: non si identificano pinne da maggiore o minore profondità, come suggerisci, si identificano pinne atte a spingere un determinato carico resistente ( basso per l'apnea, più alto per la pesca ).


detto quanto sopra, sulle caratteristiche delle pinne si può dire:

1) scegliere le loro dimensioni pensando anche alle dimensioni delle nostre estremità ( lunghezza gambe ) Se le ho corte gestirò malamente pinne tanto lunghe semplicemente perchè non riuscirò ad avere una ampiezza di falcata che le sfrutti al meglio. Sarò comunque costretto ad una pinneggiata stretta che di per sé non è una cosa negativa ( essa riduce la ns sezione resistente ) ma lo può diventare se ho un problema qualsivoglia.

2) l'angolo di piega piede/pala è quella cosa che omogenizza la falcata in avanti e quella all'indietro. Perchè le due falcate servono omogenee ?? Perchè esiste il "principio di azione e reazione" per cui se non vogliamo continuamente ruotare in acqua dx e sx, SERVE che le due pale contemporaneamente spingano all'unisono. L'angolo elevato lo facilita risparmiando un pò di energia che spendiamo con pale un poco più lunghe e larghe in modo da lavorare più acqua con medesimo impegno muscolare. Si chiama rendimento...

3) Le pinne generano la spinta accellerando l'acqua dal piede sino alla punta. Niente accellerazione = niente spinta. Dato che l'acqua è un liquido, quindi incomprimibile, quella lavorata non varierà il suo volume anche se aumenterà la sua velocità. Ciò comporta, anche acausa dei water rails che contengono l'acqua lateralmente, che il volume d'acqua lavorato si distenderà in lunghezza e di conseguenza ridurrà la sua altezza sulla pala, man mano che aumenta la sua velocità verso la punta.
Questo è il principio per cui noi facciamo i water rails alti al piede e bassi in punta, ma sulle pale in composito siamo i soli a proporlo ( grazie anche ai brevetti ). Ci sono altre due strade usate per i water rails: sezione ed altezza costanti ( ottimi per velocità costanti, meno per le accellerazioni ) oppure bassi al piede ed alti alla fine delle pale ( chiedete a chi li proponga la spiegazione tecnica che li supporta, diciamo che io non la conosco...).

4) longheroni delle scarpette. Ora è decisamente di moda sotenere che essi devono essere morbidi per far lavorare tutta la pala. Temo non sia esatto....la pinna è assimilabile ad una mensola incastrata al piede sottoposta a carico uniformemente distribuito. Spiegatemi come possa NON lavorare la sezione di vincolo subito dopo il piede...lavora sì, sostinene tutto quello che c'è dopo....Non è lavoro ma flessione quello che si cerca. Longheroni morbidi consentono alle pale di flettersi maggiormente nella zona interessata. I longheroni, morbidi e duri generano assorbimenti d'energia, sia per la flessione degli stessi che per l'attrito di scorrimento tra pala e longheroni durante la flessione. Bisognerebbe che qualcuno pensasse di realizzare delle scarpette sub senza longheroni.... :woot: :woot: :woot:

5) c'è tanto altro ma ho finito il tempo disponibile....sorry :bye1.gif: :bye1.gif:

Edited by Marco H2O - 26/3/2014, 15:52
 
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