CITAZIONE (nando27 @ 9/1/2009, 13:35)
Grazie Marco per il gran bel articolo, tra l’altro scritto in modo chiaro.
Le domande che ti pongo sono 3:
1) Hai accennato con quali criteri individui le tane delle orate: potresti descriverlo in modo più esteso, come se fosse un capitolo a parte. Ad es.:
_qual è la tipologia di fondale su cui concentri le tue ricerche ( grotto- sabbia- posidonia, lastre lisce di roccia calcarea, ecc )
_segnali particolari ( gusci di molluschi davanti alle tane, ecc )
_ particolarità morfologiche delle tane ( tipo d’aperture e dimensione-forma della camere interna )
e altre particolarità che tu conosci.
Sono consapevole che rispondere a questa domanda significa davvero svelare i tuoi segreti di pesca, ma tu sei un grande anche per questo!
2) d’inverno, quindi da adesso in poi, quali sono le condizioni favorevoli per la ricerca in tana dei saraghi ( vento, arrivo di perturbazioni, temperatura in profondità, marea, corrente di fondo, moto ondoso, ecc )?
3) Puoi descrivere più in dettaglio quali sono i segnali che ti aiutano a selezionare le tane, in generale, che meritano un’ispezione?
Premesso che i veri segreti (inviolabili) sono a mio avviso i waypoint, ed in ogni caso quando pensi di essere il solo a saperlo il giorno dopo ci trovi un altro…………quindi alla fine non ne esistono, provo a risponderti evitando di ripetere quanto già detto, anche se devo premettere che ormai (ma questo è di tutti i sub) è l’unione e l’applicazione delle tecniche e dei cosiddetti trucchi che mi consente di individuare le tane (che alla fine vanno a confluire nel cosiddetto fiuto/istinto), per cui spiegarlo diventa veramente “difficile, ma ci provo.
ORATERitengo innanzitutto che ci sono zone si e zone no, e questo è sicuramente dovuto alla presenza di frutti di mare; fatta questa discriminante, io a Brindisi le pesco dappertutto (anche perché abbiamo tutti i tipi di fondale), e dove inizialmente pensavo che non ce ne fossero invece ne ho trovate, ed anche tante.
Le tane in cui tendono ad appoggiarsi sono sempre pietre veramente insignificanti, dove non andresti mai a vederci sotto. Una più attenta analisi però delle pietre mi porta a dire che quasi sempre sono tane passanti, sicuramente con la volta incastonata di frutti di mare, quasi sempre con sotto il sabbione/ciottolame, con piccole colonne e di colore grigio, grigio chiaro (ritengo per un problema di mimetismo rispetto alla loro livrea), e quindi se nuoto su una zona di lastre le cerco prima sotto quelle più chiare, e quasi mai sbaglio.
I segnali sono analoghi a quelli dei saraghi (ricci e bivalvi frantumati), anche se non sempre sono veritieri.
Nel grotto invece le trovo quasi sempre nei taglietti/buchi tangenziali, periferici, quasi mai nella parte interna delle zone/fungaie, spesso vedendo il musone e basta; quindi tendo prima a scorrere il grotto facendo delle planate che mi portano ad appena un metro dal fondale ed aguzzo la vista.
A volte mi capita di trovarle sotto a lastroni molto ampi e/o pseudo grotte, ma ciò accade nel periodo di scesa (aprile/maggio) e quasi sempre in concomitanza di un branco intero che, evidentemente, al primo rumore si è distribuito in quell’aria.
Credimi, non è così facile da descrivere, anche se ribadisco che il miglior sistema per trovare le zone da orate è l’agguato misto all’aspetto. Una cosa è certa, una volta che la tana te la segni tutti gli anni ti regalerà soddisfazioni.
INVERNOL’ho già detto, cmq il vento da terra è tutto l’anno una ottima spia per spingerci a cercare il pesce in 3/5 m massimo. Quando invece ci sono 4/5 giorni di alta pressione e mare calmo si trovano anche sui 10 m e quasi sempre sono enormi.
SELEZIONE TANESicuramente le tane scenografice/coreografiche/molto ampie quasi mai fanno tana; ho notato che ormai non ci faccio più caso, credimi, è l’istinto che mi porta a scendere con la “certezza” di aver fatto centro. Cmq se provo a fare il rewind di alcune catture di quest’anno ti garantisco che i miei occhi vanno a scandagliare il fondale in cerca degli spacchi invisibili, nascosti. Ricordo in proposito una cattura fatta quest’anno in presenza di un mio carissimo amico il quale mi stava affianco per puro caso. La zona è caratterizzata dal susseguirsi di lastre e pietroni, quindi la scelta diventa difficile. Lui mi ha visto scendere e sparare un bellissimo sarago di quasi un kg; la cosa che mi ha raccontato è che la sensazione che gli ho dato di sapere già da sopra che li ci fosse il pesce, di come e dove sparare, il tutto in pochissimi attimi dal momento in cui mi sono avvicinato allo spacco che lui da sopra non aveva assolutamente notato. È questa l’essenza, ma a ciò si arriva solo praticandola una tecnica, per diverso tempo. È la stessa sensazione che ho avuto a novembre quando su un cappello in appena 8 m ho pescato due bei dentici di un paio di kg; sapevo che sarebbero arrivati da NO.